Testi vari

Tradurre la Guida: un'esperienza… galattica!

Memento n° 6, gennaio-febbraio 2006

Chi non conosce la Guida Galattica per Autostoppisti, capolavoro di fantascienza umoristica del compianto Douglas Adams? Nata in origine come trasmissione radiofonica della BBC1, la Guida è poi diventata una serie di libri (per la precisione una trilogia in cinque volumi…), uno sceneggiato televisivo2, un gioco ed infine un film. Caratterizzata da una trama tanto sconclusionata quanto geniale, da personaggi improbabili e straordinari, da situazioni deliziosamente surreali e da dialoghi densi di irresistibile humour inglese, la Guida è diventata negli anni un oggetto di culto non solo per gli appassionati di fantascienza ma anche per tutti coloro che sanno apprezzare un testo intelligente anche quando serve "solo" a far ridere. Non a caso fra i più accesi fan della Guida si trovano moltissimi scienziati, soprattutto fisici, ai quali Adams strizza furbescamente l'occhio quando si fa gioco delle leggi della fisica inventando teorie quali l'Improbabilità Infinita e la Bistromatica.

Il film, uscito nel 2005, corona un sogno al quale lo stesso Adams aveva lavorato per una dozzina d'anni, senza tuttavia riuscire a realizzarlo per via della sua precoce scomparsa avvenuta nel 2001. Benché il soggetto sia stato in buona parte ripreso da quello che l'autore stava realizzando, la sceneggiatura che ne è stata tratta risente evidentemente dell'impostazione "per famiglie" dei classici prodotti Disney / Buena Vista, la quale ha un po' edulcorato quella visione cinica del mondo che caratterizza tutte le opere di Adams. Il film tuttavia, pur soffrendo un po' per colpa di un lieto fine assolutamente implausibile, risulta sufficientemente godibile anche per gli appassionati più ortodossi, i quali possono ritrovare dialoghi e situazioni spesso letteralmente citati dai libri se non addirittura dalle mitiche trasmissioni radio della BBC.

Essendo io stesso un appassionato della Guida più che talebano, ed essendomi sempre posto in un atteggiamento molto critico nei confronti della traduzione a mio avviso piuttosto scadente con la quale Mondadori l'ha proposta al pubblico italiano sin dalla sua prima pubblicazione nel lontano 19803, ho affrontato con grande entusiasmo ma anche un po' di reverenziale timore la proposta, giuntami abbastanza a sorpresa da parte di Buena Vista Italia, di lavorare come consulente speciale alla traduzione ed all'adattamento in italiano dei dialoghi del film. In effetti, pur non essendo questo il mio mestiere, di tanto in tanto mi capita di essere chiamato come consulente per l'adattamento dei dialoghi in film caratterizzati da un forte contenuto tecnologico, specie se di ambientazione fantascientifica4. Questa volta tuttavia l'occasione era davvero troppo interessante ed importante: oltre infatti a poter partecipare in prima persona alla realizzazione di un'opera alla quale sono da sempre fortemente legato, potevo finalmente contribuire a recuperare un po' di quello spirito che purtroppo era andato perso nella traduzione italiana ufficiale dei libri ad opera di Laura Serra. Nel mio ruolo avrei affiancato e supportato uno dei più grandi professionisti italiani, Carlo Cosolo, il quale vanta un curriculum invidiabile come traduttore, adattatore dei dialoghi e direttore del doppiaggio5; e mi sarei interfacciato direttamente col responsabile Disney per la supervisione artistica Roberto Morville, altro mostro sacro del settore6.

C'è da dire che Carlo, oltre ad essere un valentissimo professionista, è a sua volta un grande appassionato di fantascienza e come tale già conosceva ed apprezzava le opere di Douglas Adams. La nostra collaborazione è dunque partita da subito alla grande, in quanto entrambi condividevamo l'obiettivo di riuscire a recuperare con rigore filologico, pur nei limiti concessi dalla necessità di rimanere assolutamente fedeli al copione originale, il mondo della Guida Galattica così come l'aveva descritta il suo autore. Da qui innanzitutto la decisione, presa all'unanimità ed approvata in pieno dalla Disney, di non rifarci necessariamente alla traduzione "classica" di Laura Serra ma di tentare di recuperare il senso originale del testo, almeno là dove fosse possibile.

Filosofia, filologia, deontologia…

Purtroppo la traduzione classica della Serra, almeno nella mia opinione, non è affatto un ottimo lavoro: essa comprende infatti diversi svarioni, ma soprattutto vi sono moltissimi punti nei quali il sottile e britannicissimo humour originario di Adams è stato completamente rimosso dal testo. Mi dispiace dirlo, perché la Serra è una vera e propria istituzione nella fantascienza italiana, e generalmente è un'ottima traduttrice: ma in quell'occasione evidentemente deve aver lavorato in fretta, come spesso capita nel suo mestiere, e magari anche con leggerezza. D'altronde si parla di venticinque anni fa: all'epoca la Guida non era altro che un romanzetto assolutamente folle scritto da un inglese poco più che sconosciuto, chi avrebbe immaginato che sarebbe diventato in seguito un vero e proprio cult e che la sua prima traduzione sarebbe rimasta scolpita nella storia?

Comunque, nel bene e nel male, quella di Laura Serra è effettivamente la traduzione italiana, e di questo abbiamo ovviamente tenuto debito conto nel nostro lavoro di adattamento del film. Pertanto abbiamo ritradotto tutto quanto abbiamo potuto, cercando di recuperare il senso degli scritti di Adams con l'obiettivo di rimanere il più possibile fedeli e rispettosi al testo ed allo spirito originali, ma stando bene attenti a non esagerare; abbiamo così scelto di lasciare invariate la maggior parte delle forme e dei termini ormai consolidati, anche là dove non eravamo d'accordo con la lezione della Serra. Ad esempio abbiamo lasciato immutato il "Gotto esplosivo pangalattico"7, anche se sinceramente come traduzione la riteniamo abbastanza spiacevole…

Anche i nomi propri dei vari personaggi sono rimasti tutti in originale, pur se ad un certo punto la Disney aveva proposto di tradurre quello di Slartibartfast per cercare di ricreare in italiano il gioco di parole che lo caratterizza. In questo caso però ci siamo decisamente opposti: a parte che da sempre i personaggi della Guida sono noti qui da noi col loro nome originale, e dunque saremmo andati contro una situazione davvero troppo consolidata, resta il fatto che i tentativi di tradurre un nome caratterizzato da un gioco di parole non sono quasi mai felici e di solito finiscono in un disastro8.

Piccolo inciso: sono in pochi a sapere che il nome "Slartibartfast" fa sbellicare di risate gli inglesi quando lo sentono perché ha un suono… estremamente imbarazzante. Adams lo ha infatti costruito (come lui stesso ha avuto modo di spiegare) in modo tale che sembrasse un'orrenda parolaccia, pur tecnicamente non essendolo. In effetti lui voleva usare una vera oscenità, ma ovviamente la BBC non la avrebbe accettata in una trasmissione radio "per tutti". Per ottenere l'effetto desiderato, dunque, Adams scrisse tre o quattro vere parolacce e ne rimescolò le sillabe assieme, sino ad ottenere un qualcosa che suonasse terribilmente osceno senza però esserlo realmente: in questo modo il nome poté essere trasmesso via radio. Ecco spiegato il motivo per cui Slartibartfast è così reticente nel pronunciare il suo nome, ed Arthur per poco non soffoca dal ridere quando infine lo sente. Per la cronaca questa gag esiste identica sia nelle versioni radio che nei libri, ed è riportata quasi letteralmente anche nel film: ma pochi, al di fuori degli inglesi, possono apprezzarla per quello che realmente significa.

Ecco invece un breve sunto delle piccole o grandi cose che abbiamo scelto di ritradurre perché la lezione originale non ci soddisfaceva. Il "propulsore di improbabilità infinita"9 è diventato "motore ad improbabilità infinita", chiarendo così definitivamente che è l'improbabilità infinita ad essere usata per la propulsione e non il contrario! La "caratteristica CPV (Carattere da Persona Vera)"10 di cui è dotato Marvin il robot è diventata "caratteristica VPP (Vera Personalità di Persona)". L'"Ente Centro-galattico Arti Nocive"11 è ritornato correttamente ad essere il "Consiglio Centro-Galattico per la Corruzione delle Arti", mentre la "Ode a un pezzetto di mastice verde che mi sono trovato sotto un'ascella un mattino di piena estate"12 è diventata "Ode a un piccolo grumo di mollume verde trovatomi nell'ascella un mattino di mezza estate". Infine la "Grande domanda sulla vita, l'universo e tutto"13 è diventata, con maggiore precisione, la "Domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto".

In taluni casi abbiamo optato per una forma ibrida, in modo da correggere un po' il tiro lasciando tuttavia l'assonanza del termine tradotto nei confronti dell'originale. Così ad esempio la "Vorace Bestia Bugblatta di Traal"14 è diventata la "Vorace Bestia Bugblatter di Traal": "bugblatta" infatti non significa proprio nulla, ma volendo tradurre esattamente il nome originale lo si sarebbe dovuto modificare radicalmente, introducendo un riferimento esplicito al mondo degli insetti ("bug") che ci sembrava tuttavia troppo in conflitto con la fama ormai consolidata della Bestia in questione.

Altri termini invece li abbiamo lasciati proprio in originale, pensando che la traduzione li avrebbe sviliti. È il caso ad esempio del "Babelfish", che la Serra ha come "Pesce Babele" e noi invece abbiamo lasciato com'era. In questo caso la nostra scelta è stata anche motivata dalla notorietà dell'omonimo traduttore automatico di pagine Web che si trova su Internet, e che come si può ben immaginare ha preso il suo nome proprio in omaggio al pesce giallo inventato da Douglas Adams (sì, siamo perfettamente consapevoli che qualcuno, non conoscendo bene la Guida, avrà comunque equivocato pensando che sia stato il film ad aver copiato da Altavista e non viceversa…).

Chi ha visto il film si sarà accorto che "Don't panic" è diventato "Niente panico": a parte che è comunque piuttosto carino, in questo caso c'era il problema che la forma estesa tradizionale "non lasciatevi prendere dal panico", oltre che orrendamente prolissa, è assolutamente impossibile da pronunciare in sincrono col labiale inglese…

Ultima chicca, che non so quanti avranno potuto notare guardando il film ma mi piace svelare ad un pubblico in grado di apprezzarla. Come è noto, la "domanda finale" proposta da Arthur ai Topi è uno dei versi di "Blowing in the Wind" di Bob Dylan: "How many roads must a man walk down". Anziché tradurla letteralmente ("Quante strade deve percorrere un uomo…"), abbiamo reperito ed usato nientemeno che la "autentica" versione italiana di Mogol/Tenco (sì, proprio la cover italiana dell'epoca!), il cui verso "Quante le strade che un uomo farà", oltre ad essere filologicamente ineccepibile, rispetta correttamente la metrica della frase musicale originale! È una piccolissima cosa, ma dà la misura della cura con la quale ci siamo dedicati al lavoro.

The Great Green Arkleseizure

Il caso del "Great Green Arkleseizure" è eclatante, e merita di essere spiegato con un certo dettaglio: è infatti l'unica situazione in cui siamo andati contro la traduzione consolidata, anche se relativa ad un termine di uso minore, per correggere un grave errore di interpretazione e ripristinare un significato andato malamente perso. L'errore di traduzione della Serra è infatti piuttosto marchiano, e produce un risultato che non solo è incomprensibile ("Grande Ciaparche Verde") ma soprattutto non fa ridere, in quanto non rievoca nulla dello humour al quale è improntato il nome originale. Sembrerebbe in effetti che la Serra non abbia capito affatto il gioco di parole insito nel significato del termine inventato da Adams, il quale invece è strettamente ed ironicamente correlato al contesto in cui si trova.

Cominciamo dall'inizio. "Seizure" significa "scossa, colpo, convulsione" (in senso biologico), ma si usa anche nel linguaggio poliziesco per indicare una irruzione o una perquisizione improvvisa (quello che noi chiamiamo "blitz") con sequestro di qualcosa. La Serra ha evidentemente optato per quest'ultimo significato, e lo ha tradotto col termine milanese "ciapa" (da "ciapare", ossia "acchiappare", "portare via"); e poi, chissà perché (ma direi per semplice assonanza), ha deciso di rendere "Arkle" con "arca". Perciò "Arkleseizure" è diventato concettualmente "ciapa - arche" e quindi "ciaparche". Potrebbe anche andare, se non che… non ha nessun riferimento evidente al contesto e soprattutto non fa ridere. Come stanno dunque le cose?

Il fatto è che invece il significato giusto cui attingere è proprio quello strettamente biologico. Ricordiamo infatti che il "Great Green Arkleseizure" è quel mitologico essere primigenio che, secondo i Jatravartidi del pianeta Viltvodle VI, ha generato l'Universo espellendolo dal suo naso con un poderoso starnuto, in una sorta di versione biologica del nostro "big bang"15. Quindi "seizure" in questo caso sta effettivamente per qualcosa tra la convulsione e lo starnuto, mentre "Arkle" non ha un significato preciso se non quello di rendere ironicamente nobile e pomposo l'intero nome, echeggiando qualcosa di "arcaico" o di "archetipico".

Il nome originale, dunque, è allo stesso tempo evocativo ma anche ridicolo, e si riferisce comunque ad un'improvvisa emissione di tipo strettamente biologico. Nella nostra traduzione abbiamo dunque cercato di adattarlo in modo che rimanesse chiaro il significato umoristico: e per potervi riuscire in modo decoroso abbiamo dovuto ragionarci davvero a lungo, perché era assai difficile trovare qualcosa che riuscisse a trasferire il senso della gag in modo valido e non forzato. Siamo partiti da cose come "archibotto" o "arcicolpo", che però non davano il giusto senso, per approdare infine, dopo davvero tanti e tanti tentativi, su "scaravulso"16: termine che non significa niente ma ricorda sia una "emissione" (un po' "sputacchiosa", a dire il vero…) sia una "convulsione". Quindi il "Great Green Arkleseizure" è ufficialmente diventato il "Grande Scaravulso Verde".

Per la cronaca in tutto il film lo Scaravulso viene nominato una volta sola e per di più di passaggio, e dunque nessuno si accorgerà mai del grande e filologicamente rigoroso lavoro che è stato necessario per adattarne il nome. Rimarrà però la nostra soddisfazione nell'aver reso finalmente giustizia ad Adams!

Lo humour inglese

Diverse sono, purtroppo, le battute tipicamente inglesi di Adams andate perse nella traduzione italiana dei libri. Molte in effetti non compaiono nel film, ma qualcuna di esse vi è stata inserita dagli sceneggiatori in modo quasi letterale: e almeno di queste ci siamo impegnati a vendicarne l'onore. Forse il caso più clamoroso è quello che si verifica nel primo colloquio tra Arthur e Slartibartfast, dove il genio di Carlo Cosolo ha risolto una situazione davvero spinosa consentendo di restituire elegantemente anche in italiano il senso quasi intraducibile del gioco di parole originario.

Ecco la scena. Slartibartfast, che non si è ancora presentato, sta cercando di convincere Arthur a seguirlo nel sottosuolo di Magrathea, e per fare ciò ricorre ad una oscura minaccia, resa goffa dalla sua scarsa dimestichezza con i modi di dire del terrestre. Il colloquio si svolge esattamente così, tanto nel libro quanto nel film:

"Come," called the old man, "come now or you will be late."

"Late?" said Arthur. "What for?"

"What is your name, human?"

"Dent. Arthur Dent," said Arthur.

"Late, as in the late Dentarthurdent," said the old man, sternly. "It's a sort of threat you see."

L'equivoco divertente, oltre che nella storpiatura del nome di Arthur, sta nel fatto che "late" vuol dire "in ritardo" ma viene usato anche per indicare una persona defunta anteponendolo al suo nome, così come noi diciamo "fu". Quindi Slartibartfast sta dicendo ad Arthur qualcosa come "vieni o sarai morto" (letteralmente: "vieni o sarai fu"), intendendola come una minaccia, mentre Arthur capisce "vieni o sarai in ritardo". Un gioco talmente sottile che la stessa Serra evidentemente non lo ha compreso affatto, tanto è vero che lo ha tradotto in questo modo assolutamente privo di significato (e neppure divertente…):

"Venite" disse il vecchio. "Venite adesso, o dopo sarà troppo tardi."

"Tardi?" disse Arthur. "Tardi per cosa?"

"Come vi chiamate, umano?"

"Dent. Arthur Dent", disse Arthur.

"Tardi, come nel tardo Dentarthurdent" disse il vecchio, con severità. "È una specie di minaccia, capite?"

Ecco invece come Carlo ha reso il dialogo nel film, riuscendo in maniera mirabile a conservare sostanzialmente intatto il gioco di parole:

S: "Tu devi seguirmi, o… mancherai!"

A: "Di che cosa?"

S: "Come? No, no! Qual è il tuo nome, Terrestre?"

A: "Dent. Arthur Dent"

S: "Bene. 'Mancherai' come in 'È mancato Dentarthurdent'. Vuol essere una minaccia!"

Si tratta di un vero pezzo di bravura da parte di Carlo, purtroppo poco evidente in quanto nel film questo dialogo è molto veloce e il gioco di parole rischia di passare inosservato.

Addio, e grazie per tutto il pesce!

Dopo tutto questo lavoro (e non vi dico con quanta cura e meticolosità è stato portato a termine il doppiaggio…) è stato quantomeno spiacevole vedere il film purtroppo maltrattato dalla distribuzione italiana e dalle cosiddette "leggi del mercato". La sua uscita infatti, originariamente prevista anche nel nostro Paese ai primi di maggio del 2005 in concomitanza con il resto del mondo, è stata dapprima rimandata a settembre per evitare conflitti con le grandi pellicole della concorrenza già programmate per la primavera/estate quali Harry Potter, I fantastici quattro, La guerra dei mondi e Sin City; però una volta giunti a luglio la distribuzione italiana, avendo constatato come nel resto d'Europa il film non avesse incassato secondo le aspettative, ha deciso di non rischiare e lo ha mandato nelle sale senza preavviso il 12 agosto, senza alcun lancio pubblicitario ed in sole venti copie per tutta Italia.

Il risultato è che lo hanno potuto vedere solo i pochi appassionati che in qualche modo ne conoscevano l'esistenza, o quei fortunati che durante il mese di agosto si sono trovati a passare per una grande città. Ed è stato un peccato perché il film, pur non essendo certamente un capolavoro, è comunque un prodotto gradevole e ben fatto, in grado di piacere sia ai neofiti che ai fan integralisti di Adams. Inoltre, pur con tutti i suoi limiti, si situa comunque piuttosto al di sopra della media quanto a spessore ed intelligenza dei contenuti. Purtroppo così vanno le cose in questo nostro mondo, che antepone gli aspetti spettacolari e superficiali a quelli che stimolano la mente degli spettatori.

A chi lo avesse perso nelle sale segnalo comunque che dalla fine di gennaio 2006 il film si è reso disponibile in DVD. Vale decisamente la pena di vederlo, magari anche solo a noleggio: un paio d'ore di onesto divertimento sono senz'altro assicurate.

Note

1 Andata in onda per la prima volta nel 1978 in sei puntate trasmesse tra marzo ed aprile.

2 Anch'esso della BBC, trasmesso in sei puntate nel 1981.

3 Nell'oramai introvabile Urania n. 843.

4 Ad esempio "Johnny Mnemonic" e "The Net".

5 Tanto per dire: King Kong, Sin City, Polar Express, The Chronicles of Riddick, School of Rock, La maledizione della prima luna, 8 Mile, Billy Elliott, eXistenZ, …

6 Ad esempio è stata sua la responsabilità per la realizzazione italiana di tutti i film di animazione Disney/Pixar.

7 In originale: "Pan-galactic Gargle Blaster".

8 Non tutti comunque la pensano così: ad esempio i francesi hanno gallicizzato i nomi di quasi tutti i personaggi del film…

9 In originale: "Infinite Improbability Drive".

10 In originale: "GPP - Genuine People Personalities".

11 In originale: "Mid-Galactic Arts Nobbling Council".

12 In originale: "Ode To A Small Lump of Green Putty I Found In My Armpit One Midsummer Morning".

13 In originale: "The Ultimate Question of Life, the Universe and Everything".

14 In originale: "The Ravenous Bugblatter Beast of Traal".

15 Non per nulla i Jatravartidi vivono nel timore della venuta del "Grande fazzoletto bianco"!

16 Proposto, per onore di cronaca, da Roberto Morville.

Saggio pubblicato su Memento, Rivista del Mensa Italia, n° 6, gennaio-febbraio 2006
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Ultima modifica: 1 settembre 2007
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