Gli editoriali di Byte Italia

Pesci d'aprile

Byte Italia n° 4, aprile 1998

Può sembrare un argomento faceto, ma non lo è. Come molte cose apparentemente futili esso può invece condurci ad una interessante serie di riflessioni sul potere dei media, la credulità della gente, l'ormai imperante incultura scientifica. Considerazioni tutt'altro che banali, come vedremo.

La domanda è se su questo numero di aprile di BYTE Italia ci sono pesci d'aprile. E la risposta è no. Ma per spiegarvi il motivo devo fare come diceva il bruco ad Alice: cominciare dall'inizio e proseguire dritto verso la fine, non viceversa.

Che aprile sia il mese dei "pesci" lo sappiamo tutti. Specialmente nel mondo anglosassone è radicata tradizione, per i mezzi di informazione quali i giornali e la televisione, pubblicare il primo del mese notizie più o meno platealmente false ma sempre spiritose ed argute. Persino la BBC indulge in pesci d'aprile, ovviamente di grande classe e qualità elevatissima.

Qui in Italia non sembra esserci una vera cultura del pesce d'aprile, al di là di episodi tanto memorabili quanto sporadici sul tipo dei busti di Modigliani. In particolare le riviste tecniche, al contrario delle loro consorelle americane che fanno regolarmente dei serissimi pesci, sembrano da noi decisamente refrattarie all'idea. Così alcuni anni fa decidemmo che sarebbe stato simpatico prendere l'iniziativa e pubblicare pesci d'aprile su MCmicrocomputer.

Detto fatto, architettammo delle false notizie che furono poi disseminate fra le vere news della rivista, anche se ben contraddistinte da due indizi fondamentali: la presenza più o meno nascosta della parola "pesce" nel testo ed un'impaginazione piuttosto atipica con un fondino di colori assai evidenti. La cosa lasciò un po' interdetti i nostri lettori, ma ebbe un enorme gradimento tanto che decidemmo di replicarla anche l'anno dopo.

Il problema nell'inventare "pesci" tecnici è che si rischia di prevedere la realtà! Inventate un improbabile processore laser o un hard disk a neutroni e sei mesi dopo qualcuno finirà per realizzarlo davvero, rovinandovi il vostro bel pesce. Quindi decidemmo di buttarci sull'improbabile: ad esempio un'applicazione basata su GPS e bilance computerizzate con cui i pescherecci di Mazara del Vallo potessero dirimere automaticamente ogni controversia sul pescato in acque internazionali, o la scoperta che una certa serie di rovine egiziane (realmente esistenti...) fossero le vestigia di un gigantesco computer idraulico con cui gli antichi architetti del Faraone fecero i calcoli di progetto per le piramidi.

I problemi... di coscienza sorsero dopo. Quando ad esempio un vero istituto di ricerca sulle tecnologie della pesca ci scrisse per avere maggiori informazioni sul sistema di controllo dei pescherecci in tempo reale. O quando un autorevole quotidiano abruzzese dedicò l'articolo centrale della sua settimanale pagina della scienza alla notizia della scoperta del computer idraulico degli egiziani, corredando perfino il testo con una bella foto delle piramidi. Bella pesca, direte voi. Fosse solo questa...

Il peggio venne in seguito. Un giovane lettore di Foligno, che all'epoca aveva letto ed apprezzato i pesci, ci scrisse qualche mese dopo per segnalare un episodio sconcertante: in classe di suo fratello minore, una quinta elementare, durante una lezione di storia la maestra aveva insegnato ai suoi alunni la "notizia" del computer idraulico dandole molta importanza e facendola scrivere sul quaderno a tutti...

L'autore di quel pesce ero io, e mi ero divertito molto a crearlo dosando attentamente realtà ed invenzione per farlo apparire più plausibile. Però mai e poi mai avrei immaginato che qualcuno lo avrebbe creduto: l'assurdità dell'assunto iniziale mi sembrava lampante. Ed invece di punto in bianco, per tramite di una maestra tanto zelante quanto acritica, mi trovavo sulla coscienza un falso insegnamento impartito ad una intera classe di bambini in piena formazione culturale! Un vero e proprio shock per uno come me che, forse in modo perfino troppo utopistico, crede fermamente nella profonda valenza sociale del proprio mestiere di divulgatore scientifico.

Così stanno le cose. E' sin troppo facile ora lamentarsi della scarsa soglia di attenzione critica che la gente attiva nei confronti dei mezzi di informazione, disquisire sulle responsabilità di chi tali mezzi si trova ad utilizzare, o recriminare sulla beata ignoranza tecnico/scientifica della maggior parte della popolazione. Fatto sta che quell'episodio ha avuto un effetto immediato: convincerci fermamente che non fosse il caso di riproporre in futuro pesci di aprile... fatti troppo bene.

Non abbiamo voluto dunque ripetere quell'amara esperienza sulle pagine di BYTE Italia, anche se siamo fermamente convinti che il nostro lettore medio difficilmente sarebbe caduto nei tranelli e probabilmente invece avrebbe gradito lo scherzo. Se dunque questo mese leggete qualche articolo che non vi convince, state tranquilli: è tutto vero. Purtroppo.

Editoriale di Byte Italia n° 4, aprile 1998
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Ultima modifica: 4 settembre 2006
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